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Quando posso affermare di avere il bacino stretto

Aggiornamento: 7 nov 2019

Quante volte avete sentito dire "Mi hanno fatto il cesareo perché ho il bacino stretto"?

Oppure "Devono farmi il cesareo perché mi hanno detto di avere il bacino stretto"?


Ma quel bacino è stato mai misurato?

La diagnosi di bacino stretto è stata fatta solo dopo un'attenta valutazione?


La valutazione prevede una serie di osservazioni e misurazioni che comprendono:

  • morfologia del bacino;

  • valutazione esterna del bacino;

  • valutazione interna.

La morfologia è il primo dato da valutare. Esistono quattro tipi di morfologia di bacino: ginecoide, androide, antropoide e platipelloide.



Quasi tutte le donne hanno un bacino ginecoide, ossia un bacino nel quale il diametro antero-posteriore è simile al diametro trasversale formando all'interno del bacino stesso una forma simile a un cuore.

Tipico delle donne molto alte è il bacino antropoide, simile a sua volta a quello androide. Questi due tipi di bacino hanno un diametro antero-posteriore molto più lungo rispetto a quello trasversale.

Il quarto tipo, cioè il platipelloide, è il più raro da trovare ed è caratterizzato da un diametro trasversale più lungo rispetto a quello antero-posteriore che risulta abbastanza schiacciato.



La valutazione esterna va fatta subito dopo aver individuato la morfologia del bacino. Consiste nella valutazione dei:

  1. diametro sovrapubico: unisce tra loro le due pieghe inguinali e ha una misura media di 12-13 centimetri;

  2. angolo sovrapubico: si crea unendo le spine ischiatiche e la sinfisi pubica. Maggiore è l'angolo che si viene a creare, più ampio sarà lo stretto superiore, ossia l'ingresso del canale del parto;

  3. angolo sottopubico: si misura ponendo i due pollici subito sotto la forchetta dell'ingresso vaginale e aprendo le mani come a formare una V. Si valuta l'angolo che si viene a creare il quale dovrebbe essere maggiore di 90°;

  4. losanga del Michaelis: si ottiene unendo quattro punti, le due spine iliache postero-superiori, il solco intergluteo e l'apofisi spinosa della quinta vertebra lombare.




Successivamente alla valutazione esterna andiamo a valutare i diametri interni del bacino.

I due punti di repere di cui teniamo conto sono il promontorio del sacro e la sinfisi pubica.

Misuriamo introducendo le dita in vagina la distanza tra il promontorio e il margine inferiore della sinfisi pubica. La distanza tra questi due punti mediamente ha una misura di 12 centimetri e prende il nome di coniugata diagonale.

Togliendo 1,5 centimetri a questa misurazione otteniamo la coniugata vera o ostetrica. Quest'ultima è quella che realmente ci interessa ai fini del parto e misura, dunque, 10,5 centimetri circa.

Spostandoci in senso trasversale misuriamo il diametro bi-spinoischiatico che unisce le due spine ischiatiche.

Per misurarlo cerchiamo, sempre con le dita, le due spine. Qualora riuscissimo a toccare entrambe le spine molto probabilmente potremmo diagnosticare un bacino stretto.



Solo dopo aver valutato tutti questi parametri possiamo diagnosticare a quella donna un'eventuale bacino stretto e indirizzarla a una taglio cesareo.





Ostetrica Alessia Astone

Presidente Nascere in Cilento



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