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Il termine di gravidanza




Abitualmente denominato “scadenza”, il termine di gravidanza è quel periodo che intercorre tra la 37esima e la 42esima settimana di gravidanza.

Al primo controllo, ciascuna donna dovrebbe ricevere tale informazione e sapere che la gravidanza durerà mediamente 40 settimane ma che il travaglio di parto potrà cominciare in qualunque momento di quell’intervallo di tempo, inizialmente indicato.

Ciò che, invece, accade è che il termine di gravidanza la società lo associa, in automatico, alla 40esima settimana, considerando tale data l’epoca in cui la gravidanza “scade”.



Non sono poche, infatti, le mamme che ricevono la classica domanda “Quando scade? O Quando hai la scadenza?”

E non sono poche coloro che quando ricevono da parte mia la domanda “A che settimana sei?” Mi rispondono “Ho la scadenza tale giorno”.

Un’informazione così sbagliata fa si che sempre più donne a 40 settimane e 1 giorno decidano, di comune accordo con il proprio medico, di ricoverarsi per capire qual è e quale può essere l’andamento della loro gravidanza nei giorni subito successivi.

Il quadro finale, frequentemente osservato per queste donne, è il ricovero seguito da tali procedure:

- Uno/due giorni dopo il ricovero: attesa. Tutti attendono che il travaglio decida di partire; - Al terzo giorno: decisione. Il travaglio non parte (chissà perché, aggiungerei). Il medico dà la sentenza, la signora deve provare l’induzione del travaglio di parto, altrimenti si va troppo oltre;

- Dopo 3-12 ore di induzione: fallimento. Il medico dice alla signora che l’induzione non è servita a molto, il suo collo dell’utero proprio non vuole dilatarsi (intanto la signora sta soffrendo per i dolori che i farmaci dell’induzione le creano) per cui si procede al taglio cesareo.


Riflessione finale:

- La donna ha creduto, perché informata male, che la sua gravidanza era scaduta, mentre invece poteva attendere ancora altre due settimane;

- I giorni trascorsi in ospedale hanno solo aumentato la sua ansia e il suo stress, per cui il travaglio tendeva a tardare ancora di più;

- Il medico ha provato a indurla ma ha interrotto la sua induzione prima dei tempi raccomandati, quindi nessuno potrà mai sapere se quell’induzione poteva effettivamente servire;

Alla fine la donna ha fatto un taglio cesareo, quasi sicuramente non necessario, e ricorderà il suo parto così:

“Mi hanno ricoverata perché scaduta. Mi hanno indotta con dei farmaci che mi hanno provocato dolori indimenticabili. Alla fine dopo ore di travaglio mi hanno fatto il taglio cesareo perché il mio utero non sapeva aprirsi”.


Se la donna avesse avuto le informazioni corrette non si sarebbe mai ricoverata, molto probabilmente non avrebbe ricevuto un’induzione errata, avrebbe saputo che non è mai entrata in travaglio, come invece crede, e non avrebbe sicuramente fatto un taglio cesareo.


Le informazioni valgono tanto. Il termine di gravidanza sembra un qualcosa di scontato, ma non lo è. E io, invito, tutte voi future mamme a conoscere la realtà, a voler ottenere le giuste informazioni da professionisti validi e non da chi vi circonda che tramanda diciture poco valide.

Godetevi la gravidanza e anche, il termine. Ciascun bambino sa quando venire al mondo!



Ostetrica Alessia Astone

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