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CLAMPO IL CORDONE E CONSERVO LE CELLULE STAMINALI? OPPURE NO?





Pochi giorni fa ho rifiutato un lavoro che, per un’ostetrica che ha scelto di lavorare sul territorio, poteva essere un’opportunità da non sottovalutare data la retribuzione economica.

Si trattava di collaborare con un gruppo di più persone che si occupano, un po’ in tutte le regioni italiane, di conservazione delle cellule staminali.


La mia scelta di fronte a questa richiesta, in realtà, non è mai cambiata:

> accettare significava andare contro il mio modo di pensarla a riguardo, che, d’altronde, credo sia il pensiero un po’ di tutte le ostetriche. Per cui non ho mai dubitato di voler rifiutare.

Il motivo per molti è ovvio, per qualcuno potrebbe non essere chiaro.

Per questo ho deciso di ricordare, con questo articolo, l’importanza che ha il cordone ombelicale per il neonato e quanto è importante capire cos’è il clampaggio precoce e tardivo dello stesso.



La conservazione delle cellule staminali è resa possibile a patto che il cordone ombelicale, al momento della nascita, venga reciso entro 1 minuto. Perché?

Per far sì che si possano raccogliere quante più cellule staminali possibili. Tuttavia…


L’Organizzazione Mondiale della Sanità, e ancor prima il NICE e l’ACOG, ci hanno ricordato quanto importante sia aspettare almeno un minuto prima di tagliare il cordone. Qualcuno direbbe: ancor meglio se si aspetta che smetta di pulsare autonomamente.


Trattenere le forbici, in termini di benefici, vuol dire garantire al proprio bambino almeno 80 ml di sangue in più in 1 minuto e circa 100 ml di sangue in più a 3 minuti.

Tagliare entro un minuto il cordone significa togliere al bimbo circa un 32% di volume ematico.



Immaginiamo come potremmo sentirci noi se su 5 litri di sangue ce ne togliessero improvvisamente 1,6 litri (che corrisponde esattamente al 32%). Ci sentiremmo bene?






Noi preferiamo lasciare che anche il bambino acquisisca quella quantità maggiore di sangue e possa giovare dei seguenti benefici:


  • almeno 100 ml di sangue in più;

  • un adattamento migliore e più rapido alla vita extra-uterina;

  • un maggior numero di globuli rossi in circolo;

  • maggiori riserve di ferro (40-50 mg/kg) nei primi 12 mesi dalla nascita;

  • minor rischio di anemia;

  • ematocrito più alto nelle prime 24 ore;

  • rischio minore di ricorrere alla fototerapia;

  • una migliore perfusione polmonare;

  • più ossigeno per gli organi vitali;

  • più cellule staminali che riparano e proteggono il piccolo garantendogli un buon inizio;

  • trasferimento di immunoglobuline;

  • più nutrienti in circolo;

  • migliore sviluppo neurologico;

  • maggior peso alla nascita.



Per il neonato pretermine (tra 24 e 36 settimane di gestazione):


  • minor rischio di trasfusione per anemia;

  • picco di bilirubina minimo non significativo;

  • rischio estremamente basso di mortalità;

  • dimissione ospedaliera precoce rispetto al pretermine con clampaggio del cordone entro il minuto dalla nascita.


E i rischi per la madre? Assolutamente nessuno.



L’immagine mostra la quantità di sangue nel neonato con clampaggio prima di 1 minuto, a circa 2 minuti e oltre 3 minuti.



Ciò che è importante sapere è che, molte volte, chi cerca di convincere tutti noi a conservare le cellule staminali al momento del parto non dà tutte le informazioni necessarie.

Tanto è vero che il motivo di rifiuto da parte mia ha anche tenuto in considerazione il fatto che, se avessi deciso di cominciare questo progetto, avrei parlato con le coppie a cui proponevo il kit per la conservazione informandole di tutti i rischi e i benefici.

Sono più che convinta che avrei elencato soprattutto i rischi e che non avrei venduto nemmeno un kit. Perché effettivamente è così!

Messi su un piatto della bilancia i rischi sono di più rispetto ai benefici.


E potrei elencarne un po’:


  1. Alle coppie non sempre viene detto che la conservazione delle cellule staminali non è più raccomandata dalla comunità scientifica nazionale dato che, il più delle volte, quelle stesse cellule sono spesso più utili per altri soggetti compatibili che per il donatore stesso;

  2. Nella cura della leucemia si potrebbe non consigliare il trapianto di cellule proprie perché potrebbero già contenere componenti di fragilità o difetti che hanno portato alla leucemia;

  3. Le banche private parlano di 70 patologie curabili grazie alle proprie cellule staminali, in realtà le malattie curabili sono solamente leucemie (comunque discussa secondo quanto detto al punto 2), linfomi, talassemie, alcune immunodeficienze e alcuni difetti metabolici;

  4. I costi richiesti dalle banche per la conservazione sono piuttosto elevati;

  5. Non sono poche le volte nelle quali abbiamo assistito alle chiusure improvvise delle banche o incidenti inaspettati che hanno danneggiato doppiamente le coppie che si erano affidate a quelle banche: > facendogli perdere i soldi spesi > facendogli perdere le cellule



Tornando a noi, in realtà non volevo fare una campagna contro la conservazione delle cellule staminali, anche se così sarà sembrato.

Il mio obiettivo primario è quello di favorire il clampaggio tardivo del cordone o, addirittura, il non clampaggio preferendo, perché no, un #lotusbirth.



Indirizzare le coppie, i futuri genitori, verso una vera scelta informata li rende consapevoli di scegliere di fronte a questo “dubbio”: Conservo o non-clampo?



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